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Damiano Donati

E’ considerato uno degli astri nascenti della nuova cucina italiana. Anche se di promessa non si può più parlare: con passate esperienze nelle prestigiose cucine de Le Calandre, Il Butterfly, Henry, Serendepico, Le Chateaubriand ecc,, Damiano Donati è una realtà e già da qualche anno. E non solo dal punto di vista prettamente tecnico, ma anche da quella spiccata personalità e consapevolezza che lo contraddistingue. Nel 2012, ai tempi alla testa del Ristorante Serendepico sulle colline di Lucca, è premiato all’unanimità dalle guide di Touring Club e Gambero Rosso come chef emergente dell’anno ed invece di cavalcare l’onda (è anche un ottimo surfista), svanì quasi nel nulla per una decina di mesi. “Avevo bisogno di capire”, ha più volte spiegato, “dove stavo andando con il mio lavoro e, soprattutto, con la mia persona”. Si era così “ritirato” a La Cerreta, un’azienda di agricoltura biodinamica a sud di Livorno dove, oltre a cucinare qualche piatto, dedicava le sue giornate al lavoro della terra e all’allevamento degli animali. “Quando maneggiavo una carota per farne un piatto ero quasi dispiaciuto perché conoscevo lo sforzo e la pazienza necessaria nel coltivarla ed attendere la sua perfetta maturazione”. Ritornato alla base, nella sua Lucca e con al fianco il fido Ernesto Della Santa, già suo braccio destro da tempo, ha messo in pratica questo nuovo approccio al cibo presso il ristorante PUNTO, nel cuore del centro storico della città, dove, integralista del prodotto a chilometro zero e, comunque, italiano, cambia totalmente il menù una volta al mese (è attualmente uscito il quindicesimo, in quattordici mesi dall’apertura), dedicandosi organicamente alla lavorazione interna: lievitati, pane in testa, pasta fresca e ripieni, sughi e intingoli, dolci, sorbetti, granite e gelati, vengono tutti prodotti in cucina. “Più etica e meno estetica” è uno dei motti del suo modo di “fare e dare da mangiare”, unica idea in cui realmente desidera cimentarsi. Una cucina nuda come i tavoli del suo ristorante, senza inutili sovrastrutture, dove gli ortaggi, sua reale passione, detengono sempre uno spazio privilegiato. Un punto di vista, il suo Punto. Ma anche un punto di partenza. Di una buonissima e sana Rivoluzione.

Nel 2018 PUNTO viene premiato come  Trattoria dell’Anno per la Guida del l’Espresso 2018.