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Paolo Angeli

_”…durante le pause dei tour, mi dedicavo a suonare in notturna lunghi flussi di improvvisazione. Guardavo l’orologio per capire se disturbassi i vicini. il risultato era ricorrente: le 22:22…La mattina mi svegliavo ascoltando i Radiohead, album di musica improvvisata, suoni di ambiente colti durante i miei viaggi, registrazioni dei cori a cuncordu o il flamenco più puro. Ora queste anime si sono incontrate…” Paolo Angeli_

Di rientro da un tour che lo ha visto protagonista in tutti i continenti – con l’apice raggiunto nel live alla Carnegie Hall di New York – Paolo Angeli ci consegna un concept sorprendente e inaspettato: 22:22 free Radiohead. Siamo molto lontani da un’idea di cover e ci troviamo difronte alla costruzione di una suite basata su una drammaturgia organica, in cui il repertorio della band è trasfigurato, ‘risuonato’ con un senso di libertà assoluta e innestato sulle composizioni inedite di Angeli. Con la sua chitarra orchestra il musicista sardo interpreta e destruttura il materiale compositivo della band britannica. I brani diventano tasselli di un mosaico, arabeschi che decorano un portale tra occidente e oriente. Sono pezzi di vetro racchiusi in un caleidoscopio, guardati e riletti attraverso la lente di un’elegante free music mediterranea, in cui l’avanguardia incontra il post-rock, la pulsazione flamenco si alterna alla tessitura evocata da un nastro analogico che rimanda al
paesaggio sonoro della Sardegna. La sensazione onirica è che Angeli sia stato coinvolto da Thom Yorke & company per ricomporre la loro discografia in un’unico respiro o che gli abbiano chiesto di trasformare una partitura compiuta in un’opera aperta. 22:22 È una dedica a chi ha costruito canzoni e melodia e, allo stesso
tempo, un gesto coerente di un musicista che sposta ancora una volta i margini per cogliere ampie zone di libertà.